Ciao. Io sono il papà della ragazza. Quello senza microfono. Quello che “comprendo il suo dolore” solo amici intimi e parenti. Quello che sa che gli indagati non vanno in galera. Quello che il video non ce l’ha fatta a guardare. Quello che otto giorni dopo c’era. E i cinquecento e passa giorni dopo pure. Quello che con lei fa finta di scherzare nella folle speranza di farle dimenticare. Quello che non c’era quella sera. Quello che aspetta la magistratura. Quello che aspettando trema. Processo o archiviazione sarà l’imputata. Quello che “stuprate me” se servisse a cancellare.
Ciao, sono il papà della ragazza. Il papà della presunta vittima. Tutto si presume. Tranne il nostro dolore.
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