Razza padrona

– Guardi Emilia…

– Non mi chiamo Emilia, signore…

– Ma io la pago e la chiamo come mi pare.

– Lei mi paga per fare la cameriera, signore.

– Ma io l’accolgo tutti i giorni nella mia casa, si rende conto?

– Perché la sua casa, signore, è il mio posto di lavoro.

– Senta, Emilia, lei vuole continuare a lavorare?

– Certo, signore. Ma il mio nome…

– E allora il suo nome è Emilia.

– Lei mi espropria, signore.

– Prego?

– Lei mi toglie il mio nome proprio.

– E lei mi espropria del diritto di chiamarla come mi pare!

– Non è corretto signore. Io non posso espropriarla di qualcosa che non è suo. Al massimo io, se acconsentissi, le darei una concessione.

– Che impertinenza! Una cameriera che fa a me una concessione!

– Darei, non farei.

– Basta! Lei è licenziata! Con preavviso di 15 giorni, naturalmente. Ora vada a preparare per la grigliata! Ci sono novanta ospiti che non possono certo aspettare lei!

– Bene, signore. Solo una domanda.

– Cosa?

– Lei sa che colore viene fuori se si uniscono tutti i colori?

©2020 Copyright by Lorenza De Micco. All rights reserved.

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